Penale

Saturday 22 October 2005

Il testo integrale dell’intervista rilasciata dal nuovo Procuratore nazionale antimafia Grasso.

Il testo integrale dell’intervista rilasciata dal nuovo Procuratore nazionale antimafia Grasso.

«I pizzini (i messaggi di carta che i mafiosi detenuti passano ai loro affiliati, ndr), è un sistema che sembra antiquato ma se usassero le più moderne tecnologie probabilmente noi riusciremmo a entrare e a scoprire molte più cose. Quello dei biglietti è un sistema che ha dei limiti che non riusciamo a valicare. Nel senso che dovendo seguire la persona che porta i biglietti in un luogo dove è impossibile seguire quella persona, salvo essere scoperti, questo viene sfruttato a vantaggio della comunicazione nell’organizzazione Cosa Nostra. Dalle nostre indagini risulta che spesso siamo noi stessi oggetto di indagini. Cercano di capire le macchine che sono sul territorio a chi appartengono e fanno anche delle ricerche attraverso persone di loro fiducia presso la motorizzazione».

Chi copre la latitanza del capo di Cosa Nostra?

La coprono rappresentanti delle professioni, la coprono politici, imprenditori, forze di polizia. Dall’indagine sulla sua ricerca sono emerse tutte queste categorie, quindi non è soltanto una copertura da parte di un’organizzazione criminale, ma è una copertura che viene da intere fasce sociali. Abbiamo scoperto che un imprenditore riceveva da un sottoufficiale della forza di polizia delle informazioni sulle nostre indagini. L’imprenditore era collegato a Cosa Nostra e quindi le indagini nostre venivano conosciute direttamente da Provenzano. Non abbiamo ancora catturato il latitante Provenzano che da tanti anni, appunto, è tale, però diciamo che i successi ottenuti nella ricerca del latitante Provenzano sono assolutamente indiscutibili. Abbiamo arrestato ben 450 suoi favoreggiatori o associati a Cosa Nostra. Sono stati sequestrati centinaia di milioni di euro di beni, sono state scoperte tante persone che facevano da prestanome o intestavano fittizziamente per conto di Provenzano beni di ingente valore. Quindi diciamo che l’organizzazione paga certamente per questa latitanza.

Perché Provenzano va in Francia a curarsi?

Mentre in passato Provenzano si era servito di medici palermitani, adesso, sentendo forse il terreno non sicuro sotto i suoi piedi si è rivolto all’estero. E fra l’altro in una zona dove parecchi siciliani sono soliti andare per risolvere all’estero i problemi della sanità, visto che la sanità siciliana non sempre è all’altezza della situazione. Del resto proprio nel salotto del medico Guttadauro si sentiva parlare di primari che dovevano prendere certi posti al posto di altri. Cosa nostra è sempre un’emergenza nel senso che va a infiltrarsi nel potere, nell’economia e distrugge quella libertà d’impresa, libertà di mercato che è il fondamento per lo sviluppo di una regione, di una nazione. Cosa Nostra ha degli accertati collegamenti con altre regioni d’Italia come la Lombardia, il Veneto, la Toscana, per quello che ci risulta.

Sono investimenti?

Ci sono investimenti e ci sono anche, secondo un fenomeno abbastanza strano, uno scambio di imprese siciliane che ottengono appalti in queste regioni e imprese di queste regioni che ottengono degli appalti in Sicilia. Sembra quasi che ciò possa essere in un certo qual senso coordinato o diretto da una mente che accentra tutto.

A far mettere i timbri sul documento falso di Provenzano è stato l’ex Presidente del Consiglio di Villa Abate Francesco Campanella, che oggi sta collaborando con questa Procura. Qual è il valore di questo fatto?

Certamente questo dà l’esatta misura di come Cosa Nostra riesca a infiltrarsi nelle istituzioni, addirittura non solo locali ma anche nazionali. Il presidente di un Consiglio comunale che si presta a mettere un timbro falso su un documento falso per consentire appunto il viaggio all’estero a Provenzano. Questo mi pare che sia totalmente devastante per quelli che sono i rapporti sociali. Campanella è quello che noi possiamo definire l’interfaccia tra Cosa Nostra e le altre categorie sociali, perché è il Presidente del Consiglio comunale di Villa Abate, quindi ha dei rapporti con la politica, ha una finanziaria, ha dei contatti a Roma con vari Ministeri, insomma è quello che dà veramente la forza dell’organizzazione, la capacità di infiltrarsi e di avere questi collegamenti con l’esterno.