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Friday 10 October 2003

La Banca Centrale Europea vede segnali di ripresa per l’ economia. Bollettino mensile della BCE • Ottobre 2003 Editoriale 9.10.2003

La Banca Centrale Europea vede segnali di ripresa per leconomia

Bollettino mensile della BCE ” Ottobre 2003 Editoriale 9.10.2003

Nella riunione tenuta il 2 ottobre 2003 il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di lasciare invariato, al 2,0 per cento, il tasso minimo di offerta applicato alle operazioni di rifinanziamento principali dellEurosistema. I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale sono stati mantenuti anchessi invariati, rispettivamente al 3,0 e all1,0 per cento.

Tale decisione riflette la valutazione del Consiglio direttivo secondo cui le prospettive per la stabilità dei prezzi a medio termine rimangono favorevoli. Ciò significa che il Consiglio direttivo considera adeguato lattuale livello dei tassi di interesse della BCE, che risulta storicamente basso e continua anche a sostenere lattività economica.

Il Consiglio direttivo seguiterà a tenere sotto attenta osservazione tutti i fattori suscettibili di influenzare tale valutazione.

Per quanto concerne lanalisi economica, nella prima metà di questanno si è osservato un sostanziale ristagno del PIL nellarea delleuro. Tuttavia, le informazioni e i dati più recenti sono in linea con una moderata ripresa delleconomia nel semestre successivo. I dati sulla produzione e i risultati delle indagini congiunturali suggeriscono che lattività potrebbe avere registrato un certo consolidamento nel terzo trimestre, mentre gli indicatori del clima di fiducia disponibili fino a settembre segnalano, in generale, un lieve miglioramento delle attese sugli andamenti economici.

Conformemente alle previsioni e proiezioni disponibili, la ripresa dovrebbe mostrare un progressivo rafforzamento nel corso del 2004.

A livello mondiale, sembra procedere il recupero dellattività economica. Questo dovrebbe sostenere la domanda di esportazioni provenienti dallarea delleuro, contrastando gli effetti del deterioramento della competitività di prezzo. Allinterno dellarea, il settore societario appare ancora impegnato negli aggiustamenti tesi ad accrescere la produttività e la redditività. Unitamente al basso livello dei tassi di interesse e alle condizioni di finanziamento generalmente favorevoli, ciò dovrebbe contribuire a rilanciare gli investimenti. Gli effetti delle variazioni nelle ragioni di scambio derivanti dallapprezzamento delleuro influiscono positivamente sul reddito reale disponibile dellarea e dovrebbero agevolare laccelerazione dei consumi. Levoluzione dei mercati finanziari è essenzialmente coerente con il quadro complessivo di un graduale recupero della crescita.

Per il prossimo futuro, lo scenario principale di progressiva ripresa appare soggetto a rischi sostanzialmente bilanciati. Sussistono, tuttavia, alcuni rischi per la sostenibilità della crescita a livello mondiale, riconducibili a problemi strutturali irrisolti e a perduranti squilibri macroeconomici nei principali paesi industrializzati.

Dal lato dei prezzi, secondo la stima rapida dellEurostat in settembre linflazione sui dodici mesi misurata sullo IAPC sarebbe rimasta invariata, al 2,1 per cento, rispetto ad agosto. Nella restante parte dellanno essa dovrebbe oscillare intorno al 2 per cento. Gli andamenti del tasso di cambio contribuiscono a contenere le spinte al rialzo di breve periodo sui prezzi, mentre il rincaro dei prodotti alimentari non trasformati, riconducibile alle condizioni di clima caldo e siccità in alcuni paesi dellarea delleuro, potrebbe comportare un limitato rischio di pressioni verso lalto nei prossimi mesi. Per quanto concerne gli inizi del 2004, permangono alcune incertezze riguardo allesatta portata dellimpatto sullinflazione al consumo che eserciteranno gli incrementi delle imposte indirette e dei prezzi amministrati programmati in diversi paesi dellarea.

In un orizzonte temporale più lungo, perdura lattesa che linflazione scenda al di sotto del 2 per cento nel 2004, per poi attestarsi su valori in linea con la definizione di stabilità dei prezzi.

Tale aspettativa si basa sullipotesi di una dinamica salariale contenuta, a fronte di una graduale ripresa delleconomia. Inoltre, la moderazione dei prezzi allimportazione, che si riflette anche nelle attuali modeste pressioni sui prezzi alla produzione, dovrebbe continuare ad attenuare linflazione al consumo. Va altresì rilevato che le attese di inflazione a lungo termine nellarea delleuro permangono su livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento.

Passando allanalisi degli andamenti monetari, la vigorosa espansione osservata negli ultimi due anni è stata alimentata dalle riallocazioni di portafoglio, dal risparmio effettuato a scopo precauzionale e dal basso livello dei tassi di interesse.

Questultimo fattore ha anche controbilanciato limpatto negativo della debole espansione economica sullandamento dei prestiti. Vi sono, di fatto, segnali di ripresa per quanto concerne i tassi di incremento dei prestiti al settore privato.

Allo stadio attuale, laccumulo di liquidità in eccesso non desta preoccupazione, data la crescita economica contenuta nellarea delleuro. Tuttavia, il perdurare di tale fenomeno congiuntamente a un significativo rafforzamento dellattività potrebbe generare pressioni inflazionistiche nel medio periodo.

In sintesi, alla luce della verifica incrociata delle informazioni relative ai due pilastri, lanalisi economica continua a confermare lattesa che le pressioni sui prezzi rimangano contenute negli anni a venire, a fronte di una graduale ripresa dellattività e di unevoluzione moderata dei prezzi allimportazione e dei salari. Data la situazione economica, la forte espansione della moneta non va considerata, per il momento, un fattore suscettibile di influenzare negativamente questo scenario. Nel complesso, le prospettive per la stabilità dei prezzi a medio termine restano pertanto favorevoli.

Quanto alla politica di bilancio, i recenti sviluppi suscitano serie preoccupazioni. Si intensificano i segnali indicanti che la maggior parte dei paesi mancherà gli obiettivi fissati per il 2003 con uno scostamento rilevante e, in diversi casi, i piani previsti per il 2004 non sono rassicuranti.

Se, da un lato, il peggioramento dei saldi di bilancio è principalmente riconducibile a una crescita economica inferiore alle previsioni, dallaltro è preoccupante che non tutti i paesi con gravi squilibri abbiano finora intrapreso adeguate misure di risanamento. È essenziale che sia preservata la credibilità dei fondamenti istituzionali su cui poggia lUEM.

A tale riguardo, il Trattato e il Patto di stabilità e crescita definiscono un quadro adeguato per il mantenimento della disciplina di bilancio, con opportuni margini di flessibilità. La procedura per i disavanzi eccessivi, lungi dallessere un dispositivo meccanicistico per limposizione di vincoli alle politiche di bilancio, stabilisce una sequenza di incentivi concepiti affinché i paesi prevengano o correggano gravi squilibri della finanza pubblica.

In ciascuna fase di questa sequenza, gli sforzi compiuti dai paesi sul fronte del bilancio e i mutamenti del contesto economico sono valutati e presi in considerazione al fine di predisporre i passi successivi. In questo modo, i paesi sono resi costantemente consapevoli dei rischi e dei costi derivanti da qualsiasi ritardo nelleffettuare interventi di politica economica atti a preservare la sostenibilità della finanza pubblica. Il presupposto essenziale per salvaguardare la credibilità del quadro di riferimento per le politiche di bilancio è il pieno rispetto delle regole da esso previste e la loro integrale applicazione. In tal modo, e adempiendo ai requisiti definiti dal Consiglio Ecofin, si genereranno positivi effetti in termini di crescita e clima di fiducia, che potranno essere amplificati integrando i piani di bilancio in una strategia complessiva e credibile di medio periodo, incentrata sulla riforma strutturale della spesa.

Occorre, infine, intraprendere con urgenza ulteriori riforme tese a ridurre le rigidità strutturali nei mercati del lavoro e dei beni e servizi, affrontando in questo modo il principale problema economico dellarea delleuro, rappresentato dallelevato livello di disoccupazione strutturale. Inoltre, gli sforzi attualmente compiuti allo scopo di avviare importanti cambiamenti nei sistemi pensionistici e sanitari, nonché in altri settori, per prepararsi ad affrontare linvecchiamento della popolazione rivestono un enorme significato al fine di assicurare la sostenibilità dei nostri regimi previdenziali.

Questa edizione del Bollettino mensile contiene due articoli. Il primo passa in rassegna i recenti sviluppi delle strutture finanziarie dellarea delleuro, con particolare attenzione al mutamento dei ruoli svolti dagli intermediari e dai mercati finanziari. Il secondo delinea il processo di integrazione dei mercati finanziari in atto nellarea delleuro.