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Saturday 17 November 2007

Banca centrale europea Bollettino novembre 2007 Editoriale 15.11.2007

Banca centrale europea Bollettino novembre 2007 Editoriale 15.11.2007

Nella riunione dell8 novembre 2007, sulla base della consueta analisi economica e monetaria il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi dinteresse di riferimento della BCE. Le informazioni che si sono rese disponibili dopo la precedente riunione, tenuta il 4 ottobre, hanno pienamente confermato che le prospettive di medio periodo per la stabilità dei prezzi sono soggette a rischi verso lalto. In questo contesto, considerando anche la vigorosa espansione della moneta e del credito nellarea delleuro, la politica monetaria della BCE è pronta a contrastare i rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi, in linea con il suo mandato. Le variabili economiche fondamentali dellarea restano solide e confortano prospettive favorevoli per lattività economica a medio termine. Tuttavia, la rivalutazione del rischio in atto nei mercati finanziari alimenta il persistere di un clima di incertezza. Si rende pertanto necessario esaminare a fondo maggiori informazioni prima di trarre ulteriori conclusioni per la politica monetaria, nel contesto della strategia della BCE orientata al medio periodo e incentrata sul mantenimento della stabilità dei prezzi. Il Consiglio direttivo seguirà dunque tutti gli sviluppi con molta attenzione. Intervenendo con tempestività e fermezza sulla base della sua valutazione, farà in modo di evitare che si concretizzino rischi per la stabilità dei prezzi a medio termine e assicurerà un saldo ancoraggio delle aspettative di inflazione in linea con la stabilità dei prezzi su un orizzonte di medio-lungo periodo; ciò è quanto mai importante in una fase di volatilità dei mercati finanziari e prolungato aumento dellincertezza. Questo contribuirà a realizzare condizioni favorevoli a una crescita economica sostenuta, al buon funzionamento dei mercati e allulteriore creazione di posti di lavoro. Per quanto concerne i mercati finanziari, il Consiglio direttivo continuerà a seguirne con grande attenzione i futuri andamenti.

Sulla base delle informazioni disponibili, si ritiene che la forte espansione economica registrata nellarea delleuro nella prima metà del 2007 sia proseguita nel corso del terzo trimestre, come indicano i dati sulla produzione industriale e sulle vendite al dettaglio diffusi dopo la riunione di ottobre del Consiglio direttivo. Sebbene la volatilità dei mercati finanziari sembri avere contribuito negli ultimi mesi a un peggioramento degli indicatori del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese dellarea, questi permangono generalmente su livelli superiori alle medie storiche e continuano a segnalare il perdurare di una crescita sostenuta. Nellinsieme, le variabili economiche fondamentali dellarea delleuro restano solide, tra cui in particolare i consistenti utili e lelevata redditività delle imprese, la vigorosa crescita delloccupazione e la disoccupazione in calo su livelli mai osservati da venticinque anni.

Le previsioni disponibili per il 2008 continuano a confermare lo scenario principale delineato dal Consiglio direttivo secondo cui la crescita del PIL in termini reali risulterebbe prossima a quella del prodotto potenziale. Tale scenario presuppone che leconomia mondiale seguiti a evidenziare capacità di tenuta e che il rallentamento delleconomia statunitense venga in parte compensato dal persistente vigore dei mercati emergenti. La perdurante vivacità della domanda esterna dovrebbe continuare a sostenere le esportazioni e gli investimenti dellarea delleuro. Anche laumento dei consumi nellarea dovrebbe contribuire allespansione economica, in linea con landamento del reddito disponibile reale, allorché la protratta crescita delloccupazione creerà condizioni favorevoli. Nondimeno, dato il potenziale impatto della prolungata volatilità dei mercati finanziari e della rivalutazione dei premi al rischio sulleconomia reale, il livello di incertezza che circonda tali prospettive sostanzialmente positive per lattività economica resta elevato. Nel complesso, si ritiene che le prospettive di crescita siano soggette a rischi verso il basso, legati principalmente a un impatto potenzialmente più ampio della rivalutazione del rischio in atto nei mercati finanziari sul clima di fiducia e sulle condizioni di finanziamento, a ulteriori rincari del petrolio e delle materie prime, nonché ai timori di spinte protezionistiche e di possibili andamenti 6 Passando ai prezzi, la stima rapida dellEurostat indica per ottobre un tasso di inflazione misurato sullo IAPC del 2,6 per cento sui dodici mesi, in sensibile aumento rispetto al 2,1 per cento di settembre. Questo marcato incremento desta particolare preoccupazione ed è fondamentale che non incida sulle aspettative di inflazione a medio-lungo termine. In tale contesto, come già segnalato in precedenza dal Consiglio direttivo, gli effetti sfavorevoli derivanti dai prezzi dellenergia esercitano attualmente una forte pressione al rialzo sullinflazione al consumo, riconducibile soprattutto alla notevole contrazione dei corsi dellenergia di un anno fa. Tali effetti sono stati inoltre acuiti dagli ulteriori cospicui rincari, osservati di recente, del greggio, delle materie prime non petrolifere e, in particolare, dei beni alimentari. Nel complesso, il Consiglio direttivo si attende che il tasso di inflazione rimanga su livelli nettamente superiori al 2 per cento nei prossimi mesi, per poi tornare a scendere nel corso del 2008.

Le prospettive per landamento dei prezzi a medio termine sono soggette, come pienamente confermato, a rischi al rialzo, connessi fra laltro alla possibilità di corsi del petrolio e dei prodotti agricoli persistentemente elevati, che manterrebbero il forte slancio osservato nei mesi precedenti, nonché di incrementi inattesi dei prezzi amministrati e delle imposte indirette. Inoltre, tenendo conto dellesistenza di vincoli di capacità, della sostenuta crescita del PIL in termini reali osservata negli ultimi trimestri e dei segnali positivi provenienti dai mercati del lavoro, la dinamica salariale può risultare più vivace rispetto alle attese correnti. In aggiunta, si potrebbe manifestare un maggior potere delle imprese nel determinare i prezzi in segmenti di mercato a bassa concorrenza. Questa evoluzione comporterebbe rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi. È pertanto cruciale che tutte le parti coinvolte mostrino senso di responsabilità e che siano evitati effetti di secondo impatto. Inoltre, lindicizzazione esplicita o di fatto dei salari nominali ai prezzi deve essere ridotta e infi ne eliminata. Lanalisi monetaria conferma che prevalgono rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi nel medio- lungo periodo. La vigorosa crescita della moneta e del credito degli ultimi mesi, che a settembre ha registrato valori superiori all11 per cento sui dodici mesi sia per M3 sia per i prestiti delle IFM al settore privato, potrebbe avere risentito di diversi fattori di carattere temporaneo o straordinario, quali lappiattimento della curva dei rendimenti e la recente volatilità dei mercati finanziari. Tuttavia, pur tenendo conto di tali fattori straordinari, il tasso di espansione di fondo della moneta e del credito resta sostenuto. Gli andamenti monetari continuano, dunque, a richiedere unosservazione molto attenta, finalizzata da un lato a individuare le tendenze di fondo, dallaltro a comprendere meglio la dinamica di breve periodo. Questo consentirà di tracciare un quadro più esaustivo della reazione del settore privato allaccresciuta volatilità dei mercati finanziari.

Una valutazione di ampio respiro delle tendenze di fondo di moneta e credito riveste particolare importanza data la recente evoluzione dei mercati finanziari, poiché la volatilità osservata in tali mercati potrebbe influenzare il comportamento dei detentori di moneta nel breve periodo e incidere in tal modo sugli andamenti monetari. I dati monetari e creditizi possono pertanto fornire indicazioni rilevanti sulle reazioni delle istituzioni finanziarie, delle famiglie e delle imprese a tale volatilità e alla maggiore incertezza. Di fatto, i passati episodi di maggiore incertezza sui mercati finanziari sono stati associati a cospicue riallocazioni di portafoglio a favore di attività monetarie liquide e sicure. Allo stadio attuale, tuttavia, vi sono scarse indicazioni che tali riallocazioni abbiano influenzato le dinamiche dellaggregato monetario ampio e degli aggregati creditizi dopo il manifestarsi della volatilità ai primi di agosto, sebbene determinate voci di bilancio, quali le quote e partecipazioni in fondi comuni monetari, possano averne risentito considerevolmente.

Il tasso di crescita dei prestiti bancari alle famiglie e alle società non finanziarie è rimasto sostenuto negli ultimi mesi, indicando in linea di massima che non vi è una contrazione dellofferta di credito. Tuttavia, non si può escludere che il forte flusso dei prestiti rifletta in parte la reintermediazione di alcuni finanziamenti attraverso i bilanci bancari, data la carenza di liquidità in alcuni segmenti dei mercati delle attività cartolarizzate. Saranno necessari ulteriori dati e analisi per acquisire una visione più completa dellimpatto della volatilità sui bilanci bancari, sulle condizioni di finanziamento e sulla crescita monetaria e creditizia.

In sintesi, la verifica incrociata dei risultati dellanalisi economica con quelli dellanalisi monetaria ha pienamente confermato la presenza di rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi a medio termine, in un contesto caratterizzato da vigorosa crescita della moneta e del credito e dalla solidità delle variabili economiche fondamentali nellarea delleuro. Nel contempo, data la protratta incertezza, occorrono altre informazioni prima di pervenire a ulteriori conclusioni per la politica monetaria. Il Consiglio direttivo seguirà dunque tutti gli sviluppi con molta attenzione. La politica monetaria della BCE è pronta a contrastare i rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi, in linea con il suo mandato. Intervenendo con tempestività e fermezza sulla base della sua valutazione, il Consiglio direttivo farà in modo di evitare che si concretizzino rischi per la stabilità dei prezzi a medio termine e assicurerà un saldo ancoraggio delle aspettative di inflazione in linea con la stabilità dei prezzi su un orizzonte di medio-lungo periodo, cosa quanto mai importante nel contesto attuale. Per quanto concerne i mercati finanziari, il Consiglio direttivo continuerà a seguirne con grande attenzione i futuri andamenti.

Passando alle politiche di bilancio, il Consiglio direttivo accoglie con favore laccordo raggiunto dal Consiglio Ecofin di rafforzare il meccanismo preventivo del Patto di stabilità e crescita, nonché la recente conferma da parte del Consiglio Ecofin di intensificare il suo impegno ad applicare integralmente il Patto. In particolare, le disposizioni del meccanismo preventivo, fra cui un aggiustamento strutturale di almeno lo 0,5 per cento del PIL lanno, devono essere rispettate da tutti i paesi che presentano squilibri dei conti pubblici. A questo riguardo, i piani di bilancio per il 2008 di diversi paesi evidenziano un orientamento prociclico delle politiche fiscali e un ingiustificato allentamento degli sforzi di riequilibrio. Questa situazione suscita preoccupazione in quanto le carenze nellazione di risanamento compromettono soprattutto laccordo dellEurogruppo di raggiungere solide posizioni di bilancio al più tardi entro il 2010.

Quanto alle politiche strutturali, il Consiglio direttivo sottolinea che uno dei principali effetti dellattuazione di riforme ben articolate consiste in un miglioramento sostenibile delloccupazione e della situazione reddituale di lavoratori e famiglie. Riforme volte a rafforzare gli incentivi per singoli e imprese a investire in capitale umano tendono ad accrescere nel complesso la domanda di lavoro e la produttività. Una diminuzione dei costi contributivi farebbe inoltre aumentare loccupazione e i livelli di reddito netto dei lavoratori. Inoltre, la regolamentazione dei mercati del lavoro non dovrebbe dissuadere le imprese dalloffrire impieghi o i lavoratori dallaccettarli. È incoraggiante constatare come le passate riforme avviate in questo ambito abbiano contribuito a creare posti di lavoro e a ridurre la disoccupazione. È importante che i governi continuino in questa direzione e non vanifichino le riforme passate proprio quando iniziano a produrre effetti positivi. Inoltre, il Consiglio direttivo ribadisce il suo pieno sostegno a tutte le misure volte a promuovere la flessibilità dei mercati e ad accrescere la concorrenza, anche per quanto riguarda i mercati dei prodotti agricoli. A fronte del marcato rincaro delle materie prime alimentari a livello internazionale, unulteriore liberalizzazione e maggiori riforme dei mercati agricoli dellUE contribuirebbero ad accrescere la loro efficienza e a far diminuire i prezzi a beneficio dei consumatori europei.